Wednesday, September 29, 2004


ci sono cose che ti fanno sentire più leggero. diminuiscono la forza di gravità. come la liberazione di simona pari e simona torretta, anche se in iraq è sempre un gran casino. come lasciarsi dietro alle spalle un esame, anche se forse solo per ritrovarlo davanti tra qualche mese. come scrivere sul blog e sapere che domattina puoi alzarti tardi. come scoprire che venerdì i nuovi orizzonti artificiali suonano in questo bel posticino - attendo adesioni.

Thursday, September 23, 2004


sul treno avevo talmente sonno che mi è venuto da pensare che se solo i sedili fossero stati più comodi - la parola che mi suggeriva la mia mente annebbiata era reclinabili - avrei potuto addormentarmi e non svegliarmi prima che il treno, fatta la spola a milano, fosse arrivato a lecco qualche ora dopo. ero (sono) così stanco perché ieri notte come potete vedere dall'ora dell'ultimo post ero davanti al pc a scrivere sul blog di cose inutili. e dopo anche a scrivere sul newsgroup dei R.E.M. di cose altrettanto inutili. ha senso tutto questo, considerato anche che ho un esame tra 5 giorni? ovviamente no. dovrei smetterla. ora ci provo.

Tuesday, September 21, 2004


è ritornato porta a porta ed è inguardabile come sempre. per fortuna domani ricomincia anche otto e mezzo, dove a fare da spalla a giuliano ferrara ci sarà quest'anno ritanna armeni, che scrive nientemeno che su liberazione. fare meglio della palombelli non dovrebbe essere difficile.

Monday, September 20, 2004


gli eventi possibili sono 46656, di cui 17871 faranno perdere 3 armate a chi attacca, 12348 2 a chi attacca e 1 a chi si difende, 10017 1 a chi attacca e 2 a chi si difende e solo in 6420 casi chi attacca eliminerà 3 armate al suo avversario. Quindi, per ogni turno di gioco, chi attacca avrà un’attesa media di sottrarre al suo avversario 3*6420/46656 + 2*10017/46656 + 1*12348/46656 armate. Il tutto corrisponde a un’attesa media di sottrarre al suo avversario 1,1 armate per ogni turno di gioco. Ciò significa, facendo i conti nei panni del difensore, che chi attacca perderà in media 1,9 armate per ogni turno di gioco. Approssimiamo a numeri semplici: ad ogni turno di gioco, in uno scontro 3 dadi contro 3 dadi, chi attacca ci rimetterà un po’ meno di 2 armate, per sottrarne un po’ più di 1 al suo avversario.
sì ho ricominciato a giocare a risiko. appuntamento fisso del weekend a casa giovanardi per la quarta settimana consecutiva, sfide estenuanti e ad alto tasso tecnico. la differenza rispetto ad anni fa è che ho scoperto www.risiko.it e www.risikoportal.tk, le regole da torneo, le strategie e le analisi probabilistiche malàààte come quella riportata sopra. ovviamente poi continuo a fare errori da dilettante e a regalare partite già vinte. da www.risiko.it a www.editricegiochi.it il passo è breve e mi accorgo di aver quasi del tutto dimenticato le principali regole di monopoli, ma soprattutto scopro che nella nuova edizione passando dal via si prendono 500 euro e non più 20.000 lire. alla faccia dell'inflazione!

Saturday, September 18, 2004


un uragano ha colpito l'isola dei famosi. purtroppo non ha fatto vittime.

Friday, September 17, 2004


milano. nel mio profilo su blogger ho scritto che sono di milano. che tecnicamente è vero perché ci sono nato 24 anni fa. è vero anche che la residenza sulla mia carta d'identità è a merate, ma dire che sono di merate mi sta molto stretto. oltre a non essere un posto molto conosciuto, non mi rappresenta. non mi sono mai sentito meratese. mentre il rapporto con milano è qualcosa di particolare: è come il rapporto con una donna. milano è mia madre, perché ci sono nato; è la ragazza dei miei sogni quando la vedevo di sfuggita 4-5 volte l'anno al tempo della mia adolescenza; è la mia fidanzata che adoro anche nei suoi difetti da quando la vedo quasi tutti i giorni da 5 anni a questa parte. il katta ha notato che viverci è un'altra cosa. proseguendo il parallelismo, sarebbe come sposarsi, e si sa che andare a vivere con la persona che si ama spesso causa anche qualche sorpresa e qualche difficoltà. ma nondimeno quando si ama, lo si desidera. come in tutte le storie d'amore, è difficile descrivere le emozioni a parole. perché si vorrebbe la dichiarazione perfetta, quella che trova le poche parole giuste per dire tutto, anche quel che non si può dire. però a volte bisogna pur decidersi a biascicarla qualche parola, schemba, inadeguata, ma comunque detta.
il treno che sbuca dal tunnel e vedere l'atrio di porta garibaldi. l'edicola che ha finito il guardian. la metropolitana. il politecnico. studiare qualche ora col biondo. la pioggia che inizia. la pioggia che finisce. il semaforo di via bonardi. il pranzo in piazza piola. un'ora in aula internet. la metropolitana. il cielo azzurro che compare cinematograficamente dalla scala mobile. il palazzo rosso da poco ristrutturato all'angolo di via san vittore. le nuvole bianche aspettando il bus. il 58. il museo della scienza, dal bus. le modelle che parlano una lingua sconosciuta, esteuropea. piazzale aquileia, dal bus. piazza vesuvio, scendere. via california, a piedi. lasciare le foto da sviluppare da colortime. la piantina dei mezzi pubblici. attraversare di corsa via foppa davanti al 50, salirci. piazza bolivar. la 90. piazzale brescia, dalla 90. piazzale lotto, scendere. la metropolitana. lampugnano. uscire dalla parte sbagliata. il mazda palace. la festa dell'unità deserta alle 4 di pomeriggio. trovare il blocchetto di buoni per l'unità che voleva mia mamma. salire sulla montagnetta di san siro, non c'ero mai stato. salire in mezzo al verde. l'aria pulita dopo la pioggia. salire. non poi molto, ma salire. il panorama che si apre. il sole. il mazda palace e san siro dietro. davanti, i grattacielli di porta garibaldi e il pirellone si vedono subito. poi l'infilata della fiera, la torre della rai, la torre branca e in fondo il duomo. leggere l'unità sulla panchina in cima al monte stella, che poi è una montagna di rifiuti come mi ricorderà roberto, ma se non lo fosse sarebbe uguale quindi? la famiglia col bambino e il cane. telefonare col cellulare seduto sulla panchina in cima al monte stella, guardando il panorama. scendere per l'immancabile sentiero di ghiaia. cercare la stazione della metro. l'aspetto da villaggio vacanze del quartiere qt8. notare che la stazione della metro è un po' diversa dalle altre. la metropolitana. duomo. scendere. il duomo. riconoscere un tipo di euroclub e dire "no grazie" prima che finisca la frase. il dubbio che non fosse di euroclub. il passeggio in corso vittorio emanuele con l'ultima luce del giorno. zara. la pioggia leggera che ricomincia. h&m. pochi soldi da spendere. una maglia da sisley. non così pochi per fortuna. la metropolitana. sopralluogo al teatro strehler. la gente lì per il milano film festival. i cartelli "obbligo di saluto in tutta l'area". la metropolitana. i sotterranei di piazzale loreto. piazzale loreto. viale monza. casa di roberto. uscire di nuovo. la pioggia è finita. la metropolitana. piazzale cadorna al buio. le luci. largo cairoli. il castello illuminato. il teatro strehler. la fine del concerto dei marta sui tubi. un panino onesto a un prezzo onesto. il vala e i suoi amici. due biglietti regalati, due pass circa regolari. siamo in cinque, uno paga, poi si divide. un bellissimo film. in polacco coi sottotitoli, in inglese sotto, in italiano sopra. leggere quelli in inglese. il regista che sale sul palco con la moglie. due parole in un inglese molto stentato. pausa, una vodka lemon. la gente fuori dal teatro. la gente straniera, forse registi. la serie di cortometraggi, alcuni molto belli. la gente. la ragazza di pisa che dorme all'ostello realizzato per il festival sul naviglio pavese. il giornalista che sembra un po' micheal moore e che parla del film di micheal moore. il visual dj set o come cavolo si chiama nel fossato del castello. la macchina del vala parcheggiata nelle strisce gialle c'è ancora. trovare la strada per casa di roberto. piazza della repubblica di notte. la stazione centrale illuminata. le decorazioni luminose a forma di bici in corso buenos aires. il sonno dopo 16 ore in giro per milano. stakanovismo, ma ne è valsa la pena.
ecco, ho provato a mettere insieme molte piccoli frasi: alcune non vi diranno nulla, alcune vi ricorderanno cose belle, alcune cose meno belle. anche a ragione. ma per me ognuna di queste frasi è un piccolo tuffo al cuore. sul serio.

Wednesday, September 15, 2004


un nuovo (photo)blog qui e altre mie foto sparse qui. stasera sarò qui con fabio a sentire lui, domani sera qui col vala, se qualcuno vuole aggregarsi mi faccia sapere. venerdì sera alla festa di laurea del vala, non si sa ancora dove.


Weather > Europe > Italy > Milan
Tomorrow: Considerable cloudiness with occasional rain showers. High 73F. Winds light and variable. Chance of rain 60%.

sta arrivando l'autunno. ma non c'era fretta.

Saturday, September 11, 2004


c'hanno messo un po' ma alla fine ce l'hanno fatta: ecco il primo clone di avril lavigne. secondo il sito ufficiale la canadese dovrebbe cominciare a preoccuparsi. a quando un celebrity deathmatch tra le due?


io non sono mai stato al leoncavallo e non che pensi di essermi perso chissà cosa. però stasera io volevo andare al leoncavallo a sentire i maritime, e sarebbero state come minimo due prime volte. perché la seconda prima volta sarebbe stata andare a un concerto di un gruppo conosciuto su un blog. infatti se io so che esiste un gruppo indie-molto-indie americano che si chiama maritime è solo perché ho letto questo post su un blog al quale sarò arrivato da chissà dove. da un altro blog senz'altro. poi le canzoni sul sito ufficiale sono molto carine e il concerto costava 5 euro e stasera non avevo altro da fare e avevo voglia di sentire un concerto e penso che avrei anche comprato il cd. solo che alle poche persone a cui l'ho proposto non poteva fregarne di meno e io mi demoralizzo in fretta. già la giornata era girata male dopo che - invece di cercare qualcuno con cui andare a sentire i maritime - avevo passato ore a rifinire il precedente post sui libertines. è girata ancora peggio quando la sessione quotidiana di registrazioni per il nuovo album dei bios è venuta da schifo e non riuscivo a suonare due note in fila. ma forse era una conseguenza del mio umore già storto. insomma col tempo che ormai mi giocava contro e di umore sempre peggiore ho fatto un'ultima telefonata al trincio che settimana scorsa mi aveva salvato in una situazione simile venendo al concerto di pacifico. appurato che stasera non c'era neanche lui ho fatto l'unica cosa che mi sembrava potesse farmi sbollire il nervoso: ho acceso il pc e mi sono lasciato ipnotizzare per qualche altra ora dallo schermo LCD. rispetto all'LSD le conseguenze per il cervello sono meno gravi, ma comunque deleterie. in una breve pausa in cui ho trovato la forza di alzarmi dalla sedia ho anche guardato un pezzo di report, che stasera parlava dell'onu. l'argomento era interessante, ma devo dire che a me milena gabanelli ultimamente sta un po' qui. ora l'orologio segna 1:37 e se domani è un altro giorno, questo penso valga la pena salutarlo. buonanotte.

Friday, September 10, 2004


in una settimana avrò sentito almeno 10 volte il nuovo disco dei libertines. ogni volta mi piace un po' di più ma nel contempo continua ad esserci qualcosa che mi sfugge. e allora lo riascolto una volta ancora. il loro album di debutto del 2002, up the bracket, è qualcosa di forse irragiungibile: geniale, semplice, diretto, arrabbiato e romantico assieme, uno dei dischi più significativi degli anni 2000. e i libertines sono fra i pochissimi che - su questo non c'è dubbio - non ci fanno, ma davvero ci sono. in due anni hanno percorso tutto il manuale del rock&roll e non per calcolo e non da poseurs quanto invece per un inconsapevole, inevitabile ripetersi di una storia già scritta. successo improvviso, droga, arresti, litigi, riappacificazioni, concerti improvvisati nei posti più impensabili, come ha raccontato betty clarke in questo straordinario articolo sul guardian. se aggiungo che la copertina del nuovo disco ritrae pete doherty e carl barat, le due anime del gruppo, la sera del freedom gig dopo che il primo dei due era appena uscito di prigione forse cominciate a farvi un'idea anche voi: è la storia più incredibile che il rock ci abbia portato negli ultimi decenni. tutto questo è necessario per capire il nuovo disco, che colpisce per quanto è autobiografico, come ha ben scritto (tra gli altri) maddy costa nella sua recensione sempre sul guardian. è la storia quasi epica dei due frontmen, uniti da una strana eppure così familiare relazione di amore e odio, trasformata in nuovi piccoli gioielli tra garage rock, punk e pop, anche se tutti più tristi, sconsolati di quelli del primo album. quasi che the libertines fosse l'ultimo possibile atto di una band ormai prossima all'autodistruzione ma talmente ispirata da saper trasformare - quasi senza sforzo - l'autoanalisi in grandi canzoni. è questa decisione ancora una volta dall'apparenza involontaria, inevitabile, di mettersi a nudo che spiazza specie nei primi ascolti del disco. ma forse è anche il suo grandissimo merito.

Monday, September 06, 2004


il letargo estivo pare ormai ufficialmente finito. venerdì sono tornato a milano dopo oltre un mese e fra le cose effettivamente da fare (segreteria politecnico, nuovo abbonamento atm, deposito pezzi in siae) e quelle più facoltative (shopping, la mostra di franco fontana in palazzo reale, un pranzo luculliano da ciao in duomo) mi sono fatto la mia vasca tra piola, buenos aires, lanza, duomo, un po' a piedi un po' coi mezzi pubblici: una cosa che mi era decisamente mancata nell'estate casalinga. poi a merate da stefano per registrare qualche parte di chitarra per il nuovo disco. poi di nuovo a milano alla festa dell'unità a sentire pacifico. in un giorno ho fatto più cose che in tutto agosto. solo che adesso dopo un mese in cui non succedeva quasi nulla e quel poco che restava lo potevi tranquillamente scrivere in un post, adesso la cosa si fa più complessa. ci vorrebbero pagine e pagine, ma soprattutto ore e ore per scrivere tutte le piccole cose, da quello davanti a me alla segreteria del politecnico che aveva un aereo per gli usa dopo poche ore ma non volevano fargli i timbri di cui aveva bisogno, al beach volley davanti al castello, fino alla serata al mazda palace. senza parlare del mondo che non è certo restato fermo neanche lui, soprattutto a beslan, che nessuno aveva idea di dove fosse ma adesso sarà difficile dimenticarlo. e poi il biondo mi ha convinto a studiare con lui campi per l'appello del 28 settembre quindi sono qui in poli. il problema è che a tutti e due piace molto un'aula in particolare: quella coi computer collegati a internet. e allora mentre lui cerca un concerto di buju banton io leggo la sua amica blogger. e giusto per non essere da meno bloggo subito anch'io. ed eccoci qua.

Thursday, September 02, 2004


fra tutti gli accessori inutili per telefonini, questi sono decisamente i migliori. tre spanne sopra gli altri. (segnalati su inkiostro)

Wednesday, September 01, 2004


curioso: one more blog ha preso in prestito come sottotitolo la stessa vignetta di doonesbury dal quale ho tratto la frase del mio sottotitolo. lo scrivo giusto nel caso che in futuro qualcun altro lo scoprisse e volesse prendermi di sorpresa. comunque il mio è più bello, perché non è così spiegato.