Friday, September 17, 2004


milano. nel mio profilo su blogger ho scritto che sono di milano. che tecnicamente è vero perché ci sono nato 24 anni fa. è vero anche che la residenza sulla mia carta d'identità è a merate, ma dire che sono di merate mi sta molto stretto. oltre a non essere un posto molto conosciuto, non mi rappresenta. non mi sono mai sentito meratese. mentre il rapporto con milano è qualcosa di particolare: è come il rapporto con una donna. milano è mia madre, perché ci sono nato; è la ragazza dei miei sogni quando la vedevo di sfuggita 4-5 volte l'anno al tempo della mia adolescenza; è la mia fidanzata che adoro anche nei suoi difetti da quando la vedo quasi tutti i giorni da 5 anni a questa parte. il katta ha notato che viverci è un'altra cosa. proseguendo il parallelismo, sarebbe come sposarsi, e si sa che andare a vivere con la persona che si ama spesso causa anche qualche sorpresa e qualche difficoltà. ma nondimeno quando si ama, lo si desidera. come in tutte le storie d'amore, è difficile descrivere le emozioni a parole. perché si vorrebbe la dichiarazione perfetta, quella che trova le poche parole giuste per dire tutto, anche quel che non si può dire. però a volte bisogna pur decidersi a biascicarla qualche parola, schemba, inadeguata, ma comunque detta.
il treno che sbuca dal tunnel e vedere l'atrio di porta garibaldi. l'edicola che ha finito il guardian. la metropolitana. il politecnico. studiare qualche ora col biondo. la pioggia che inizia. la pioggia che finisce. il semaforo di via bonardi. il pranzo in piazza piola. un'ora in aula internet. la metropolitana. il cielo azzurro che compare cinematograficamente dalla scala mobile. il palazzo rosso da poco ristrutturato all'angolo di via san vittore. le nuvole bianche aspettando il bus. il 58. il museo della scienza, dal bus. le modelle che parlano una lingua sconosciuta, esteuropea. piazzale aquileia, dal bus. piazza vesuvio, scendere. via california, a piedi. lasciare le foto da sviluppare da colortime. la piantina dei mezzi pubblici. attraversare di corsa via foppa davanti al 50, salirci. piazza bolivar. la 90. piazzale brescia, dalla 90. piazzale lotto, scendere. la metropolitana. lampugnano. uscire dalla parte sbagliata. il mazda palace. la festa dell'unità deserta alle 4 di pomeriggio. trovare il blocchetto di buoni per l'unità che voleva mia mamma. salire sulla montagnetta di san siro, non c'ero mai stato. salire in mezzo al verde. l'aria pulita dopo la pioggia. salire. non poi molto, ma salire. il panorama che si apre. il sole. il mazda palace e san siro dietro. davanti, i grattacielli di porta garibaldi e il pirellone si vedono subito. poi l'infilata della fiera, la torre della rai, la torre branca e in fondo il duomo. leggere l'unità sulla panchina in cima al monte stella, che poi è una montagna di rifiuti come mi ricorderà roberto, ma se non lo fosse sarebbe uguale quindi? la famiglia col bambino e il cane. telefonare col cellulare seduto sulla panchina in cima al monte stella, guardando il panorama. scendere per l'immancabile sentiero di ghiaia. cercare la stazione della metro. l'aspetto da villaggio vacanze del quartiere qt8. notare che la stazione della metro è un po' diversa dalle altre. la metropolitana. duomo. scendere. il duomo. riconoscere un tipo di euroclub e dire "no grazie" prima che finisca la frase. il dubbio che non fosse di euroclub. il passeggio in corso vittorio emanuele con l'ultima luce del giorno. zara. la pioggia leggera che ricomincia. h&m. pochi soldi da spendere. una maglia da sisley. non così pochi per fortuna. la metropolitana. sopralluogo al teatro strehler. la gente lì per il milano film festival. i cartelli "obbligo di saluto in tutta l'area". la metropolitana. i sotterranei di piazzale loreto. piazzale loreto. viale monza. casa di roberto. uscire di nuovo. la pioggia è finita. la metropolitana. piazzale cadorna al buio. le luci. largo cairoli. il castello illuminato. il teatro strehler. la fine del concerto dei marta sui tubi. un panino onesto a un prezzo onesto. il vala e i suoi amici. due biglietti regalati, due pass circa regolari. siamo in cinque, uno paga, poi si divide. un bellissimo film. in polacco coi sottotitoli, in inglese sotto, in italiano sopra. leggere quelli in inglese. il regista che sale sul palco con la moglie. due parole in un inglese molto stentato. pausa, una vodka lemon. la gente fuori dal teatro. la gente straniera, forse registi. la serie di cortometraggi, alcuni molto belli. la gente. la ragazza di pisa che dorme all'ostello realizzato per il festival sul naviglio pavese. il giornalista che sembra un po' micheal moore e che parla del film di micheal moore. il visual dj set o come cavolo si chiama nel fossato del castello. la macchina del vala parcheggiata nelle strisce gialle c'è ancora. trovare la strada per casa di roberto. piazza della repubblica di notte. la stazione centrale illuminata. le decorazioni luminose a forma di bici in corso buenos aires. il sonno dopo 16 ore in giro per milano. stakanovismo, ma ne è valsa la pena.
ecco, ho provato a mettere insieme molte piccoli frasi: alcune non vi diranno nulla, alcune vi ricorderanno cose belle, alcune cose meno belle. anche a ragione. ma per me ognuna di queste frasi è un piccolo tuffo al cuore. sul serio.