Saturday, April 08, 2006
domani, lo sappiamo tutti, si vota. domani e lunedì sapremo se siamo davvero giunti alla fine dell'era berlusconi, o se dovremo (argh) tenercelo per altri cinque anni. queste elezioni sono, mi sembra fuori discussione, fra le più importanti e significative degli ultimi tempi. l'unico paragone di suspence così elevata è quello con le elezioni americane dell'anno scorso, dove però la mobilitazione sui blog mi era sembrata parecchio più alta, per assurdo anche qui in italia. stavolta che dobbiamo andare a votare noi, poca roba, con qualche lodevole eccezione. io stesso, a parte un piccolo resoconto sul faccia a faccia televisivo, nell'ultimo mese non ho scritto nulla al riguardo. neanche il post di ieri sul film di moretti era propriamente politico, quindi il post propriamente politico sto provando a farlo ora, in extremis. perché noi, generici elettori di sinistra, mi pare abbiamo dato un po' per scontato che i motivi per mandare a casa berlusconi sono sotto gli occhi di tutti. eppure circa metà degli italiani, domani voterà ancora per lui. dobbiamo concludere che sono, ribaltando l'insulto del presidente del consiglio, tutti "coglioni" che votano contro l'interesse della nazione - e quindi anche contro il loro? o forse avremmo dovuto fare di più, anche sui nostri piccoli blog, per spiegare perché altri cinque anni di governo berlusconi, di ministri come castelli, di leggi ad personam, di figuracce internazionali sono una prospettiva che per il bene dell'italia dobbiamo scongiurare? d'accordo, difficile entusiasmarsi per questa coalizione di centrosinistra, ma non ditemi che "uno vale l'altro", perché la credibilità dell'italia e del suo governo è arrivata talmente in basso che davvero, rimane solo da scavare. non ditemi che "tanto a me non cambia niente", perché le leggi sul mercato del lavoro, quelle sull'immigrazione, senza parlare di un'economia che viaggia ben sotto la media europea, ci toccano tutti, da vicino. questo avremmo dovuto spiegare, con calma, a chi domani voterà centrodestra. ma ormai temo sia un po' tardi. incrociamo le dita.