Wednesday, February 22, 2006


il concerto di venerdì scorso degli arab strap è stato molto bello, forse anche perché partivo un po' prevenuto dopo aver letto alcuni commenti perplessi sulla resa dal vivo del duo scozzese. l'ho trovato invece un ottimo live, perfetto nell'alternare momenti intimi ad altri potenti fatti di batteria violenta e muri di chitarra. ma il concerto di ieri sera dei death cab for cutie è stato di un bello da far male. dopo l'ottimo set di apertura di john vanderslice, con l'arrivo dei quattro ragazzi di seattle e i danzetti irrequieti di ben gibbard e la sua chitarra, il rainbow è sembrato trasferirsi per un'ora e mezza oltreoceano, creando un curioso cortocircuito con le atmosfere di o.c. - il telefilm che ha regalato la notorietà ai death cab e che, personalmente, non ho mai visto ma immagino fatto di facce così, come i quattro americani da college band sul palco e il pubblico di boys & girls con spillette giacche e gonnelline, vestiti bene ma mai fighetti, a volte nerd, spesso sorridenti e sempre seriamente partecipi dei testi malinconici del gruppo. bello da far male, dicevo: perché i pezzi - pur più scarni negli arrangiamenti - sembravano ancor più belli che su disco e i quattro ragazzi di seattle sul palco ci sapevano talmente fare da farmi venire voglia di vendere la chitarra e dedicarmi a qualcos'altro. di certo quello di ieri sera - vista anche la presenza in massa della indiellighenzia italiana (musicisti, bloggers, giornalisti) - era l'evento da non mancare di questo mese e almeno finora di questo 2006, e non l'ho mancato. ah e ho anche conosciuto dietnam. son cose.