Friday, June 10, 2005


è giunto il momento di pronunciarmi sul referendum. comincerò col dire che, al contrario di molti, io di certezze non ne ho. se ho preso una scelta, non significa che non abbia ancora molti dubbi su una questione così complessa e delicata. poi aggiungerei anche che non sono d'accordo con gli inviti a votare solo "secondo coscienza" e non secondo indicazioni esterne. la nostra coscienza in fondo si forma anche tramite i ragionamenti degli altri, e la mia decisione è stata influenzata anche dalla posizione di persone (politici e non) che stimo per la loro intelligenza così come, in senso opposto, da persone di cui mi fido poco. ma veniamo al dunque. astenermi, non mi piace: mi viene chiesto di esprimere la mia opinione e voglio usare il mio diritto democratico di farlo. votare no, significa che penso che la legge attuale vada bene e non necessiti di modifiche; ma la legge 40 così com'è stata scritta è brutta, secondo pareri piuttosto trasversali. e allora che quattro siano. gli spettri agitati dai sostenitori dell'astensione (molto spesso uomini, o è solo una mia impressione?) mi paiono eccessivi, mentre le speranze in una nuova legge migliore e meno restrittiva mi sembrano degne di attenzione.