Thursday, May 05, 2005


quando mi darò al cinema - che voi pensate che scherzi ma spesso ci penso seriamente - il mio primo cortometraggio racconterà di un funerale. che può sembrare indice di un gusto macabro, ma vi assicuro che non è così. o può sembrare poco rispettoso che io oggi al funerale di una mia zia a torino, così come ad altri funerali in passato, pensassi a come era cinematografico tutto quel che succedeva attorno. ma non penso lo sia perché ne sono convinto, sarebbe un gran bel corto. un funerale modesto, in un quartiere popolare di una grande città (torino, milano, va bene uguale). i saluti asciutti e gravi fuori dalla chiesa, sotto un sole cocente. qualche scambio di battute surreali e poco comprensibili, ad esempio due persone che parlano di gatti. pochissimi dialoghi comunque, e in presa diretta. non troppe persone, in modo che ci stia almeno un primo piano per tutti. niente sentimentalismi, niente lacrime, niente flashback, niente di niente. asciutto. minimalista. qualche preziosismo stilistico come un'inquadratura stretta su un petalo che cade per terra mentre la bara viene portata all'altare. la funzione quasi in tempo reale, intervallata con inquadrature dell'esterno, poco traffico. poi il cimitero, la bara che viene calata nella terra con le funi. silenzio. ancora silenzio. il cielo metà sereno e metà coperto in un'inquadratura finale, fissa per un minuto sulle nuvole che pure lentamente si muovono, con solo il rumore delle macchine che passano.