Friday, August 27, 2004


ho sempre preferito non parlare degli ostaggi in iraq, anche quando di iraq sul blog ne parlavo spesso. perché mi sembra che si rischi di ridurre i problemi dell'iraq al fatto che ogni tanto qualche civile occidentale ci fa una brutta fine, ma potrebbero essere altrettanto commoventi le storie delle decine di civili iracheni che muoiono quasi ogni giorno e di cui non sappiamo neanche il nome. faccio un'eccezione per enzo baldoni perché ho seguito con particolare attenzione la sua vicenda dopo che in questi giorni avevo scoperto innanzitutto le sue doti di sarcastico blogger, capace prima di partire per l'iraq di scrivere post come Ci sarà figa, a Baghdad? (che scritto da uno che se ne sta comodo in italia sarebbe triste ma scritto da uno che sta davvero per andarci a me sembra fenomenale) oppure di sognare uno scoop in diretta da un aereo dirottato (Saranno dirottatori?) e poi capace di un coraggio mica male davanti ai carri armati americani a najaf (Il primo Bradley non si scorda mai). infine avevo scoperto che era il traduttore (per linus) e il fondatore del fan club italiano di doonesbury, fumetto del quale sono da tempo un fan, tanto da usarne una frase per il sottotitolo di questo blog. spero che l'autore Garry Trudeau gli dedichi una striscia prima o poi.
una cosa positiva che resta di tutto ciò è il lavoro di pino scaccia, l'inviato della rai che sul suo blog ha parlato di quello che per lui era un amico, ha tenuto tutti aggiornati ora dopo ora con grande stakanovismo e ancor più grande umanità, ha ospitato infinite discussioni - più o meno sensate - sorte nei commenti ai suoi post. ha infine pubblicato l'ultimo post che enzo baldoni aveva mandato via email a un amico, poche righe che forse contribuiscono a rendere un po' meno amara (solo un po') la sua scomparsa:
"Mettiamola così: nelle prossime 24 ore ho la possibilità abbastanza concreta di crepare. Ovviamente non succederà - ma, se dovesse succedere, sappiate che sono morto felice facendo quello che più mi piace al mondo: viaggiare in paesi che non hanno mai visto un turista prima di me."