Tuesday, June 15, 2004


questo weekend ho passato infinite ore davanti al pc. combinando poco, e rincoglionendomi molto. è forse un po' paradossale riparare con altro tempo davanti allo schermo, a scrivere sul blog, ma il katta oggi al poli invocava un mio commento sulle elezioni. eccolo: tutti cantano vittoria, anche quelli che non ne hanno ragione, soprattutto quelli che non ne hanno ragione, soprattutto il centro-sinistra. intendiamoci, io alle europee ho votato uniti nell'ulivo ma sono piuttosto infastidito dai proclami di vittoria che mi sembrano del tutto ingiustificati. il progetto lista unica è stato apprezzabile, ma un mezzo fallimento a conti fatti. le componenti più a sinistra (verdi, comunisti, soprattutto rifondazione) hanno avuto un incremento e le divergenze con la parte centro-riformista (la lista unitaria) sono molte e fondate: non vedo quindi neanche lontanamente una coalizione credibile per il governo del paese, ma solo disperati equilibrismi politici. climbing, come direbbe il katta che pure non sarà d'accordo con questa mia analisi. mi spiace e mi fa incazzare, ma l'unica coalizione con un minimo di collante e in grado di presentare un qualche tipo di progetto, seppure malato, è quella di centro-destra. della quale non ne posso più, della quale molti non ne possono più. ma non è sufficiente, ci vuole un'al-ter-na-ti-va. io non la vedo.
ancora due note: trovo scandaloso che praticamente nessuno parli del valore europeo di queste elezioni, delle prospettive date dai nuovi blocchi politici al parlamento di bruxelles, che poi credo sarebbe la prima cosa di cui discutere. e quanto alle amministrative, il centro-sinistra è andato bene, qui sì. la mia impressione è che finché bisogna governare una città o una provincia vadano (circa) d'amore e d'accordo. quando bisogna decidere su guerra e pace, economia, pensioni, tasse, i grandi temi nazionali, purtroppo rifondazione e popolari, ma anche occhetto e fassino per dire, sono lontani anni luce dal vedere una posizione comune. e quindi non sono credibili.
cambiando completamente discorso, domani è il bloomsday, cento anni dal 16 giugno 1904, la data in cui è ambientato Ulysses di James Joyce, sicuramente il mio candidato al miglior libro del ventesimo secolo. penso lo festeggerò al reading alla Feltrinelli di Piazza Cavour.
ok ho scritto fin troppo, ora spengo questa macchina infernale.